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Condizioni economiche anni 2000: quando le band cubane non potevano riunirsi per provare

Condizioni economiche anni 2000: quando le band cubane non potevano riunirsi per provare

Verso gli inizi del 2000 vari promoter di musica caraibica europei erano in grado, grazie ad un mercato ingiusto e scadente, di ingaggiare orchestre da 15/16 elementi a soli mille dollari statunitensi.

I musicisti cubani scendevano a questi compromessi per le politiche corrotte dei mercati discografici e dell’intrattenimento.

Anche qui in europa e soprattutto in Italia, locali notturni e sale da ballo italiane, riescono ad affittare intere band da più di 6 elementi ricambiando con pernottamento e cibo, una cosa talmente squallida ed incostituzionale da fare accapponare la pelle; oltretutto locali che in una notte guadagnano milioni di lire (c’erano ancora quelle), attraverso un mercato fiorente, perciò sfruttando e schiavizzando il prossimo.

Questa pratica farà inoltre crollare i gruppi locali latini, già insediati da qualche tempo sul territorio estero e già in una situazione economica non così fortunata, attraverso una guerra dei poveri con prezzi dei musicisti al ribasso, indetta dai soliti quattro padroncini di discoteche che si sentono potenti in questa squallida situazione di mercato.

Naturalmente esistono anche situazioni di rispetto e di onestà, che aiuteranno i musicisti di musica ballabile latino americana e soprattutto di salsa a farsi conoscere un po’ ovunque.

Di tutto questa situazione drammatica, non possiamo di certo incolpare gli artisti, uno dei gruppi più noti di Cuba i “Los Van Van” assoldava in territorio Europeo musicisti che in questo periodo venivano pagati circa 40/50 dollari al giorno (parliamo dell’orchestra più influente di Cuba); prezzi molto al di sopra della media nazionale del Paese d’origine, alcuni di questi musicisti dichiarano apertamente che a Cuba non si guadagna nulla (musicisti tra i più famosi dell’Isola).

Non solo questi appena descritti erano i principali ostacoli della particolare economia legata alla musica cubana, altro incommensurabile errore era quello di mescolare i componenti delle band a seconda delle disponibilità.

Una Band amalgamata della quale i componenti si conoscono e provano assieme, ha un tipo di sound molto differente da una che mette insieme musicisti (anche ultra professionisti) all’ultimo momento; pertanto anche la voglia, l’impegno, la qualità del lavoro svolto dai musicisti all’estero vengono sempre minacciati dal modus operandi degli ingaggiatori di spettacoli.

Il livello tecnico di una Band che ha la possibilità di riunirsi, interlacciare rapporti tra gli artisti, provare sia vecchie che nuove performances, possiede un’attitudine elevata rispetto ad altre che non hanno queste possibilità.

Dal 1990 fin dopo l’arrivo della nuova moneta Euro, in Italia tutto questo era ancora possibile, i proprietari di locali potevano tranquillamente permettersi di pagare bene i propri artisti, dare loro vitto e alloggio, dare loro la possibilità di interagire con prove e soundcheck presso la struttura in questione, idem per i ballerini e gli spettacoli di danza.

Ma nella maggior parte dei casi, il titolare e le stesse agenzie di spettacolo, si comportavano come sciacalli di un mercato fiorente che avrebbe potuto ancora oggi offrire molto, ma che come tutti i mercati analoghi è stato sfruttato, non rispettato ed infini distrutto.

Oggi sono pochissimi i locali che possono offrire musica dal vivo latino americana, ed i musicisti hanno finalmente imparato a farsi pagare il giusto (circa il doppio di un tempo, per le band meno conosciute).

Anche se arricchiti da queste sfumature di ingiustizia civile, gli anni 90’ sono stati i migliori rispetto a ciò che il folklore latino americano ha potuto regalare all’estero: le migliori serate, i migliori artisti e spettacoli all’avanguardia con costumi e produttori di spessore.

Chissà se e quando si tornerà mai alla vivacità ed all’atmosfera delle serate di quei tempi!…